Passeggiare nella natura rispettando la fauna selvatica

Quanto è sostenibile la nostra presenza nella natura? Una passeggiata, un’escursione: che peso ha la nostra presenza?

Nessuna attività umana svolta in natura può avere un impatto pari a zero, per questo è bene sapere come comportarsi per cercare di arrecare il minor danno possibile alla flora e alla fauna che ci circondano. La sostenibilità passa anche e soprattutto attraverso il rispetto dei luoghi e degli esseri viventi che abitano sul Pianeta.

Di seguito alcuni piccoli accorgimenti per avere un impatto più leggero possibile anche durante le nostre escursioni.

Passando tra i sentieri lasciamo odori e facciamo rumori, e tutto questo viene percepito dalla fauna selvatica, che si è adattata alla nostra presenza evitandoci il più possibile. 

È preferibile evitare di andare fuori sentiero: gli animali sono abituati alla presenza umana su determinati tracciati e andando fuori sentiero viene sconvolto il loro comportamento, in quanto non sono abituati a trovarci lì. Inoltre, fuori sentiero rischiamo di ledere la vegetazione che cresce rigogliosa, proprio perché non viene calpestata costantemente dall’uomo ed è fruibile solo agli animali.

È fondamentale rimanere il più distanti possibile dagli animali selvatici: questi, ad esempio, non hanno bisogno del nostro cibo, sanno cavarsela egregiamente senza l’uomo “fra le zampe”.

Anzi, dare cibo alla fauna selvatica può essere deleterio per molti motivi: il più delle volte viene usato cibo che a quell’animale può fare male. Questo può infatti avere problemi di salute che, di conseguenza, possono poi ripercuotersi anche su altri individui della sua stessa specie: ad esempio, nel caso in cui l’animale in questione sia una femmina con dei piccoli, la sua eventuale morte causerebbe anche quella dei cuccioli, se non sono ancora autosufficienti.

Oltre al rischio sulla salute, vi sono problemi etologici.

Quando l’uomo somministra del cibo all’animale, si crea un circolo vizioso poiché l’animale vorrà nuovamente fare riferimento all’uomo per quel cibo. Di conseguenza altri individui della specie inizieranno a fare lo stesso e questo comportamento verrà anche insegnato alla prole: si trasmetterà di generazione in generazione creando un disequilibrio nell’ecosistema che ne risentirà da un punto di vista ecologico.

Altri comportamenti da evitare: 

  • rincorrere gli animali per fotografarli;
  • avvicinarsi a nidi o alle tane dove ci sono dei piccoli;
  • dar loro da mangiare proprio per vederli o per fare foto ravvicinate. 

Tutto ciò è molto dannoso per la fauna selvatica, perché purtroppo viene stressata e lo stato di salute ne risente.

Se andiamo a camminare con i nostri amici a 4 zampe, questi devono stare al guinzaglio: essi infatti possono arrecare disturbo agli animali selvatici, eventualmente anche rincorrerli e addirittura ucciderli. I nostri cani hanno diritto a respirare aria pulita, ma, al contempo, la fauna selvatica ha il diritto di vivere nel suo ambiente.

Un’ultima raccomandazione: le feci dei cani vanno raccolte sempre, perché possono trasmettere malattie anche mortali alla fauna selvatica.

Insomma, è possibile godersi una passeggiata in mezzo alla natura e avere al contempo cura di “non lasciare impronte” e di rispettare la fauna locale.

In caso abbiate piacere di approfondire questa tematica, vi consigliamo la lettura del vademecum del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Photo Credits: Matteo Ferretti 

Fotografo etico di fauna selvatica e di paesaggi


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Francesca Trenta

Contributor TerraBlog

Laureata in Tutela e Benessere Animale e in Biologia Marina.
Dal 2016 si occupa di fare ricerche sulla fauna selvatica e di divulgazione, sia tramite i canali social che con incontri in presenza.
IG: @huvrricane  https://www.instagram.com/huvrricane/

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